IL 21 MARZO SUI TERRENI CONFISCATI ALLE MAFIE

Coltivare” la memoria e l'impegno nel ricordo delle vittime innocenti delle mafie: un percorso didattico per due classi della scuola primaria “Trieste” di Polistena

Le classi IV e V della scuola primaria-Plesso Trieste di Polistena, accompagnate dalle loro insegnanti, hanno partecipato ad un percorso didattico che ogni anno la Valle del Marro realizza per trasmettere il significato “civile”, oltre che naturale, del 21 marzo.

Come è noto, la data segna l'inizio della primavera, e Libera ha scelto questa giornata per legare, al risveglio della natura, il rinnovarsi della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, i cui nomi quest'anno sono stati scanditi, uno dopo l'altro, nella città di Milano. Nel preparare la manifestazione, gli organizzatori hanno evidenziato che “questo è un tempo di “attraversamento” difficile, in cui ci pare che le vecchie “mappe” non servano più a ritrovare la strada.”

Prendendo spunto da questa analisi, i soci della Valle del Marro-Libera Terra hanno voluto condividere la ricorrenza con gli studenti della scuola primaria, non a scuola, ma sui terreni confiscati alle mafie, proponendo un ben strutturato percorso didattico itinerante, dal titolo “La mappa dei Cinque sensi più uno”. Il “viaggio” verso la meta finale è stato suddiviso in tappe, ognuna contraddistinta da un senso da esplorare, da un messaggio educativo da acquisire, e da un luogo diverso da visitare.

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La prima attività sul senso della vista, ha permesso ai bambini di osservare, durante il viaggio in autobus, il panorama circostante e di richiamare ricordi legati a cose già note, ma anche di registrarne altre cose mai viste prima. Lo scopo dell'attività consisteva nel fare attenzione ai dettagli, come primo passo contro l'indifferenza. Arrivati in campagna, presso l'uliveto confiscato nel Comune di Oppido Mamertina, i ragazzi hanno analizzato le sensazioni generate dall'udito, dall'olfatto, dal tatto e dal gusto del nuovo ambiente.

È stata l'occasione per apprendere che anche nel silenzio della campagna, lontano dalla città, non c'è assenza di suoni; a volte sono impercettibili al nostro udito. “Educare all'ascolto significa accogliere la voce dell'altro”, ha spiegato Antonio, uno degli educatori. “Occorre ascoltare la voce che cerca verità e giustizia, come quella dei familiari delle vittime di mafia”.

È stata poi la volta di ricercare gli odori, la consistenza e i sapori della natura, capaci di rievocare reminiscenze, che possono essere piacevoli e non, ma che apparterranno sempre al bagaglio percettivo del bambino. Durante la degustazione, gli alunni hanno assaggiato i prodotti biologici che la cooperativa produce, imparando i rudimenti dell'analisi sensoriale e i principi dell'alimentazione sana e corretta. Gustando l'olio extravergine e le spremute di arance, la scolaresca ha appreso la differenza tra l'agricoltura tradizionale e l'agricoltura biologica, quest'ultima praticata dalla cooperativa per tutelare l'ambiente ed esaltare la bontà dei frutti della terra.

Con l'espediente didattico della mappa dei cinque sensi, i bambini sono stati guidati a scoprire, infine, il sesto senso: la memoria. “I cinque sensi sono fonte di informazioni preziose, e sono anche generatori di emozioni” ha spiegato Federica, tecnologa alimentare. E Francesca, un'altra dipendente della Valle del Marro, ha spiegato che “sono i cinque sensi ad accrescere la nostra memoria, che si nutre non solo di ciò che uno vive direttamente, ma anche delle esperienze indirette, conosciute attraverso il racconto e la lettura dei libri”.

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Al termine della mattinata, è stato chiaro per le due classi che i cinque sensi devono essere usati in piena libertà per potenziare la memoria e riattivare l'impegno. “L'impegno di cui parliamo nel 21 Marzo” ha spiegato Beatrice, operatrice del servizio civile, “è l'impegno generato dal ricordo di tutte le vittime di mafia che hanno ingiustamente perso la vita per difendere una causa che riguardava tutti: la libertà”.

L'ultima tappa del percorso educativo, prima del rientro a scuola, è stata segnata dalla testimonianza “rievocativa” di Domenico, uno dei soci fondatori della cooperativa Valle del Marro. “Questa giornata, “giusta” e “sana”, è stata resa possibile perché 18 anni fa è nata, nella Piana di Gioia Tauro, un'impresa sociale che ha scelto di fare agricoltura biologia sui terreni confiscati alla mafia. La cooperativa è stata aiutata, in questa sua dirompente scelta di impegno, prima di tutto da un uso responsabile della memoria. Voi ragazzi, non avete vissuto quello che abbiamo vissuto noi; non c'eravate ai tempi in cui dilagava, alla luce del giorno, la violenza delle mafie. Ma oggi, grazie al nostro racconto e alla lettura di libri come “La classe dei banchi vuoti”, potete conoscere e rievocare ciò che è accaduto prima di voi e far si che il male patito non si verifichi mai più. In questo consiste l'esercizio consapevole della memoria, che serve per ritrovare la strada giusta.”

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Domenico ha invitato, infine, ogni bambino a scegliere e ad annotare nel proprio quaderno un impegno ben preciso a favore della comunità.

La visita didattica si è conclusa con l'omaggio, ad ogni alunno, di una confezione di frutta biologica.