Tornano nei Coop.fi le clementine e le arance della Valle del Marro

Dal 4 dicembre in promozione sui banchi ortofrutta dei supermercati Unicoop Firenze gli agrumi biologici coltivati dalla cooperativa calabrese nelle terre confiscate alle mafie

Clementine e arance Navel. Bio, ma soprattutto etiche. Sono quelle della Valle del Marro, in promozione dal 4 dicembre nei supermercati Coop.fi di Unicoop Firenze.

Un appuntamento, quello con gli agrumi calabresi che arrivano dalle terre confiscate alla mafia, che soci e clienti di Unicoop Firenze aspettano ogni anno, da un lato per la qualità dei prodotti coltivati seguendo le regole dell’agricoltura biologica e rispettando i tempi della natura, dall’altro per il legame solidale che molti soci mantengono con la cooperativa del circuito di Libera Terra di Don Ciotti.

Il sostegno di Unicoop Firenze
La cooperativa sociale di lavoro e produzione Valle del Marro-Libera Terra infatti nasce nel 2004 da un progetto di Libera, con l’obiettivo di combattere la mentalità mafiosa coltivando nella Piana di Gioia Tauro 120 ettari confiscati alla ‘ndrangheta.

Nel 2007 inizia la collaborazione con Unicoop Firenze, che si consolida attraverso il sostegno a un modello di agricoltura sociale che genera lavoro etico e indotto positivo, proponendo un sistema economico virtuoso basato sulla legalità. Il lavoro della cooperativa è fonte di prodotti biologici ed è stimolo per una crescita sana del territorio, che coinvolge i cittadini anche tramite scelte di consumo responsabile.

Portando i prodotti della Valle del Marro prima sugli scaffali dei negozi, poi sulle tavole dei toscani, Unicoop Firenze si fa così promotrice di una filiera legale ed etica e garantisce l’origine degli agrumi che commercializza, permettendo allo stesso tempo alla Valle del Marro di arrivare sui banchi della grande distribuzione e farsi conoscere dal consumatore finale.

Il sostegno della Fondazione Il Cuore si scioglie
Negli anni, anche la Fondazione Il Cuore si scioglie ha sostenuto la realtà della Valle del Marro, finanziando borse di studio per lavoratori stranieri. L’esperienza dei migranti nella Cooperativa Valle del Marro, oltre a sottrarli a forme di sfruttamento purtroppo ancora comuni nella zona e in ambito agricolo, è riuscita a fornire ai giovani un’opportunità concreta di lavoro grazie alla formazione generale e specifica riguardante la raccolta degli agrumi, la potatura degli aranceti, la ripulitura delle piante, l’utilizzo di attrezzature e così via. La Fondazione ha inoltre promosso alcune raccolte fondi per sostenere la cooperativa che è stata spesso vittima di attacchi e atti vandalici, dal furto degli attrezzi alla manomissione degli impianti di irrigazione, da parte delle mafie, che hanno cercato di interferire con il lavoro del presidente Domenico Fazzari e degli altri soci della cooperativa.

La storia della Valle del Marro – Libera Terra
L’origine della cooperativa affonda le radici più lontane nelle storie di alcuni giovani che in famiglia, nell’associazionismo, nel cortile dell’oratorio, maturano la scelta di combattere la mentalità mafiosa.Successivamente, cogliendo l’opportunità offerta dalla legge 109/96 e da un progetto di LIBERA, decidono d’intrecciare i loro percorsi di vita e di radicarli ancora di più nella terra d’origine: la Calabria. Quel gruppo dà così vita, nel dicembre 2004, alla “Valle del Marro – Libera Terra”, accomunando nel lavoro cooperativo idee, passioni e competenze, per metterle a frutto, con spirito pionieristico, sui terreni agricoli confiscati alla ‘ndrangheta nella Piana di Gioia Tauro.

Negli ultimi 15 anni la cooperativa ha trovato il supporto di istituzioni, enti ed associazioni, e ha sfidato le ritorsioni della mafia, riuscendo a raggiungere importanti traguardi nel settore agricolo e nella vita della comunità. Oggi il tenace lavoro della cooperativa è fonte di prodotti biologici e stimolo per una crescita sana del territorio, propone un modello di agricoltura sociale che genera lavoro etico ed indotto positivo e contribuisce all’affermarsi di un sistema economico virtuoso basato sulla legalità, sulla giustizia sociale e sul mercato.

Coop per i piccoli coltivatori calabresi
Un prezzo di acquisto giusto in grado di coprire i costi di gestione e la disponibilità a dare evidenza nei propri punti vendita ai frutti più piccoli ma ugualmente gustosi. E’ la strategia attuata da Coop a fronte della crisi in atto del comparto delle clementine calabresi. Un mercato su cui si sommano problemi storici quali la frammentazione della produzione ma su cui agiscono anche aspetti più attuali ed in parte imprevisti, quali la siccità estiva e autunnale che ha favorito una naturale maggiore presenza di clementine di piccolo calibro oltre alle ripercussioni di diminuzione dei consumi in alcuni canali di vendita causa Covid.

Coop si è impegnata a effettuare una operazione straordinaria:per una settimana, dal 3 al 9 dicembre, su tutta la sua rete (ovvero oltre 1100 punti vendita), scegliendo le clementine Origine Coop promuove queste clementine di piccolo calibro, garantendo un giusto prezzo di acquisto ai produttori e un prezzo al consumatore entro i 90 centesimi al chilo.

Dal sito informatorecoopfi.it
di Serena Wiedenstritt