La terra patrimonio comune: l'esempio delle cooperative di Libera Terra

Lunedì 15 maggio a Roma, nella sala della Protomoteca del Campidoglio, si è tenuto il convegno “La terra come patrimonio comune. Quarant’anni di impegno dall’occupazione delle terre alla creazione delle Cooperative Agricole e Sociali”.

Numerosi e vibranti sono stati gli interventi per spiegare un periodo cruciale nell’evoluzione del settore primario, e per la realizzazione di percorsi di riscatto e giustizia sociale.
L’iniziativa ha inteso approfondire le tematiche raccontate nella mostra omonima, ospitata al Museo di Roma in Trastevere fino al 4 giugno, e promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Cia-Agricoltori Italiani, Legacoop agroalimentare, Flai-Cgil.

Mostra e convegno hanno illustrato “40 anni di impegno” nel recupero dei terreni agricoli in Italia: partendo dalle lotte contadine degli anni '40 del secolo scorso, passando attraverso l'occupazione dei terreni pubblici negli anni ’70, per arrivare alle cooperative di oggi, che con rinnovato spirito di giustizia continuano a recuperare le terre incolte. Come la Valle del Marro – Libera Terra che ha raccontato il recupero di uliveti e agrumeti confiscati alla 'ndrangheta, nella Piana di Gioia Tauro.

Una storia di impegno e tenacia, a dispetto dei ripetuti atti intimidatori e dei sabotaggi subiti negli anni. I terreni confiscati alla 'Ndrangheta fino a pochi anni fa sembravano intoccabili, prima che i giovani della Valle del Marro si impegnassero a coltivarli, per creare lavoro, alternative di vita, cambiamento culturale. Come ha detto nel suo intervento Emanuele Macaluso, testimone-protagonista di tante lotte politiche e sindacali dal dopoguerra in avanti, oggi rispetto al passato ci sono di sicuro molti meno occupati in agricoltura, ma il suo ruolo economico, sociale e civile resta fondamentale.

40 anni locandina

Ivana Galli, segretaria generale FLAI CGIL, citando la collaborazione con la Valle del Marro – Libera Terra, ha rincalzato il concetto di Macaluso. L’agricoltura – ha affermato - può essere occasione di riscatto sociale ed economico, soprattutto al Sud, dove invece esperienze importanti rischiano di essere abbandonate a se stesse.

Al convegno in Campidoglio, dopo la relazione introduttiva di Matteo Amati, curatore della mostra e organizzatore del convegno, hanno preso la parola, tra gli altri, il presidente del Consiglio comunale Marcello De Vito, Dino Scanavino, presidente CIA Agricoltori italiani, Giovanni Luppi dell’Associazione nazionale cooperative agricole, il fondatore della Comunità di Capodarco, don Franco Monterubbianesi.