Orticoltura biologica: un buon raccolto di peperoncini piccanti nella Valle del Marro

Si è da poco conclusa la campagna di raccolta dei peperoncini piccanti sul terreno confiscato di Gioia Tauro, in località Sovereto.  I risultati sono complessivamente soddisfacenti sia sul piano produttivo che gestionale.

Il buon raccolto                                                                                   

La sperimentazione di nuove pratiche agronomiche e soluzioni meccaniche ha favorito un’ottima vigoria vegetativa della cultivar locale di Capsicum, detta Rosarnese, caratterizzata da una piccantezza media e da una buona adattabilità alle condizioni pedoclimatiche del territorio. Contestualmente, si è registrato un efficace contenimento delle principali infestanti antagoniste, contribuendo a migliorare la qualità complessiva del raccolto.

La raccolta dei peperoncini piccanti, effettuata in maniera scalare nel periodo di piena maturazione – da metà luglio a fine settembre – ha permesso di selezionare frutti di qualità omogenea, destinati alle due principali filiere di commercializzazione: quella del prodotto fresco e quella del prodotto trasformato, entrambi principalmente assorbiti da Unicoop Firenze.

Libera Unipi

La collaborazione con il Dipartimento di Scienze agrarie di Pisa

Lo scopo di un’orticoltura biologica efficiente e di qualità, è stato raggiunto nel tempo grazie al progetto in collaborazione con il Centro E. Avanzi del Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agroambientali dell’Università di Pisa, che ha scelto di affiancare la Valle del Marro e le altre cooperative sociali di Libera Terra. Il gruppo di ricerca di Meccanica agraria, è stato impegnato negli anni, direttamente sul campo, per contribuire a trasformare i terreni agricoli sottratti alle mafie in attività produttive sostenibili.

Pesto di peperoncini libera

“L’obiettivo principale delle cooperative di Libera Terra è fare agricoltura biologica e farla in modo economicamente redditizio – spiega il professor Andrea Peruzzi dell’Università di Pisa – Il nostro ruolo è stato quello di dar loro supporto per la scelta e la messa a punto dei macchinari da usare per ottenere produzioni ottimali, grazie anche al contributo di alcuni costruttori di macchine agricole che hanno di fatto partecipato al progetto fornendo attrezzature a prezzi politici.”

utilizzo del cultivion campo di peperoncini piccante

Soluzioni meccaniche per migliorare i processi produttivi

Non si tratta di un intervento estemporaneo, ma di un lavoro strutturato e orientato al lungo periodo. Un contributo concreto dato dal Centro E. Avanzi nella risoluzione di problemi produttivi.

“Nel caso della cooperativa Valle del Marro – spiega il professor Michele Raffaelli dell’Università di Pisa - l’uso ripetuto di attrezzature per la preparazione del terreno, prima della semina del peperoncino, aveva favorito la proliferazione di infestanti stolonifere e rizomatose. Grazie al nostro supporto, è stato possibile ottimizzare il controllo preventivo del terreno e accelerare le operazioni di raccolta.”

L’innovazione meccanica più recente è stata l’introduzione del Cultivion, la zappatrice-sarchiatrice a batteria Pellenc, utilizzata quest’estate per diserbare, arieggiare e zappare il campo di peperoncini. L’uso del Cultivion ha segnato un passo fondamentale verso una maggiore resa produttiva, una maggiore sicurezza dell’operatore e, nel complesso, una maggiore sostenibilità dell'orticoltura praticata dalla Valle del Marro.

Incontro con il prof. Michele Raffaelli

Percorsi di fattoria didattica

Il peperoncino piccante è protagonista anche delle attività di fattoria didattica rivolte a scuole. Nel giugno scorso, circa 50 studenti e studentesse della scuola secondaria di primo grado del Comune di Altomonte hanno beneficiato di un percorso didattico-laboratoriale pensato dalla Valle del Marro per promuovere la cittadinanza attiva e la cultura agro-biologica attraverso la consapevolezza delle buone pratiche di cura della terra, dei semi e delle piante e della loro importanza per la salute dell'ecosistema e la crescita sana della comunità.

Campo di peperoncino

“Durante la giornata didattica” spiega Federica Zaccone, tecnologa alimentare, “i partecipanti hanno potuto assistere e partecipare a laboratori pratici sul trapianto del seme di peperoncino, scoprendo le tecniche più adatte per garantire una buona germinazione e una crescita sana della pianta. L’approccio è stato altamente interattivo, mirando a far comprendere ai ragazzi e alle ragazze il ciclo vitale del peperoncino, dal seme al frutto, con attenzione alla stagionalità e al rispetto dell’ambiente.”

Una formazione che va oltre l’orto, per seminare cultura e cittadinanza attiva.