A Polistena una rete tra beni confiscati nel segno dell'antimafia e dell'antifascismo

A Polistena, nel cuore della Piana di Gioia Tauro, si è consolidata una preziosa collaborazione tra la cooperativa sociale Valle del Marro - Libera Terra e la sezione ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) di Polistena.
Due realtà impegnate, con strumenti diversi ma obiettivi comuni, nella valorizzazione sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Due presidi attivi nella promozione della legalità democratica, dell’antimafia sociale e della memoria antifascista.
Al centro di questa rete virtuosa c’è il Centro polifunzionale Padre Pino Puglisi, in via Catena, palazzo confiscato alla famiglia Versace e assegnato alla Parrocchia Santa Marina Vergine che ha voluto intitolarlo alla memoria del sacerdote ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993: la sua missione educativa che strappava dalla strada, dal degrado e dal reclutamento criminale i bambini di Brancaccio, prosegue oggi con le molteplici attività della Parrocchia a favore di ragazzi e giovani di Polistena. (È da poco partito il progetto EduPOWER 2030 - Formazione, sport, lavoro, creatività finanziato nell’ambito del PNRR per contrastare la povertà educativa).

In un’ala del palazzo, la cooperativa Valle del Marro – Libera Terra accoglie ogni anno decine di gruppi di giovani e adulti provenienti dal resto d’Italia. In questo luogo si svolgono percorsi educativi con Libera che intrecciano cura dei campi confiscati, riflessione civica e impegno concreto per il bene comune. E tra le tappe fondamentali di questo itinerario c’è il bene confiscato di via dei Domenicani, dove ha sede l’ANPI di Polistena, intitolata alla memoria di Teresa Talotta Gullace.
La figura di Teresa Talotta Gullace, originaria di Cittanova e divenuta simbolo della resistenza civile durante l’occupazione nazista di Roma, è un punto di riferimento morale e storico. Uccisa a Roma, dov’era emigrata con la famiglia, il 3 marzo 1944 da un soldato tedesco mentre, incinta del sesto figlio, cercava di avvicinarsi al marito prigioniero, la sua vicenda ha ispirato il personaggio di Sora Pina nel celebre film di Roberto Rossellini Roma città aperta. Oggi, il bene confiscato che porta il suo nome è uno spazio vivo di cultura, memoria e formazione: vi si organizzano seminari, cineforum, presentazioni di libri, visite guidate in luoghi significativi. Gli incontri con testimoni della spesso dimenticata partecipazione del Mezzogiorno alla Resistenza — una pagina di storia che ha visto molti giovani della Piana di Gioia Tauro, e di tutto il Sud, combattere da partigiani nelle formazioni attive al Centro-Nord — si affiancano a dibattiti sull’attualità, organizzati in occasione della Pastasciutta Antifascista, che ogni anno il 25 luglio ricorda la caduta del regime fascista e celebra i valori della libertà e della democrazia con un gesto semplice e simbolico di condivisione.
Come spiega Francesco Mammola, della Sezione ANPI di Polistena, “in questo luogo scelto dall’Anpi come centro propulsore di iniziative, le giovani generazioni incontrano la storia dell’antifascismo e la traducono in impegno attivo e consapevole. È fondamentale mantenere alta l’attenzione, perché se il fascismo mussoliniano è morto, la mentalità fascista non è mai stata del tutto sconfitta: riemerge sotto nuove forme di oppressione, intolleranza, discriminazione e violenza. Va inoltre evidenziato un dato preoccupante e documentato: nella storia della nostra Repubblica gruppi eversivi neofascisti hanno intrecciato legami con la ’ndrangheta. Un fatto che deve alzare il livello di attenzione e allarme, anche sul piano culturale e civile.”

Un concetto ribadito anche da Antonio Napoli, responsabile dei percorsi formativi della Valle del Marro: “l’antifascismo permanente è uno stato di vigilanza continua sulla salute e la tenuta delle istituzioni democratiche, costantemente minacciate da mafie e derive autoritarie. Questa rete tra beni confiscati — prosegue Napoli – è fatta di persone, storie, luoghi e ideali: è una testimonianza concreta di come si possa costruire un futuro diverso, partendo proprio dai segni più duri e dolorosi del passato. Restituire dignità ai beni sottratti alle mafie e trasformarli in spazi di democrazia e partecipazione significa, al tempo stesso, restituire dignità ai territori e alle comunità che li abitano.”
La collaborazione tra la cooperativa Valle del Marro – Libera Terra e l’ANPI di Polistena dimostra come la memoria del passato e l’impegno per il presente possano e debbano camminare insieme. A breve nasceranno, presso il Centro Padre Pino Puglisi e la sede dell’ANPI di Polistena, due centri di documentazione che saranno aperti alla consultazione di studenti, ricercatori e di chiunque desideri approfondire le lotte sociali e politiche contro le mafie nella Piana di Gioia Tauro, così come la storia dell’antifascismo — a livello nazionale e locale — e il contributo della Calabria alla lotta di Liberazione.
“La confisca dei beni alla mafia” – concludono Mammola e Napoli – “rappresenta solo il primo passo di un percorso più ampio: quello della rigenerazione civile, in cui l’antimafia sociale si intreccia con l’antifascismo, entrambi intesi come pratica quotidiana di cittadinanza responsabile e come archivio resistente della memoria, contro l’oblio che rende possibile il ritorno e il radicarsi di poteri illegali.”
