Un campo internazionale con studenti francesi, presso la Valle del Marro – Libera Terra

Da tempo le mafie si muovono su scenari internazionali. Sarebbe dunque un grave errore non sensibilizzare sul tema i giovani degli altri Paesi europei.

L'impegno sociale e culturale contro le mafie non può avere frontiere, pena l'agire indisturbato delle organizzazioni criminali, il cui potere e conquista di un qualsiasi territorio si avvantaggiano del vuoto informativo, e ancor di più della disattenzione educativa.

Da qualche anno, il settore Libera International propone in Europa, a scuole, gruppi e associazioni, i campi di formazione ed impegno sui beni confiscati. Un modo diretto per raccontare l'agire delle mafie italiane e internazionali, e per mettere in evidenza le numerose esperienze di emancipazione sociale, nate in Italia. Permettendo di vivere dal didentro queste realtà, con gli strumenti dell'analisi e dell'impegno concreto.

Due insegnanti e tredici studenti del Lycée Parc Chabrières di Oullins (Lione), hanno accolto la proposta Libera International, decidendo di partecipare dall'1 all'8 aprile al campo internazionale di Polistena, in Calabria, presso la cooperativa sociale Valle del Marro – Libera Terra.

Il bilancio dell'esperienza educativa è altamente positivo. Per una settimana il gruppo è stato gioiosamente immerso nella nuova vita che ha segnato, in questi anni, la rinascita di terreni e di un palazzo confiscati alla 'Ndrangheta. Beni in cui la cooperativa lavora per dare al territorio un futuro di bellezza e dignità. E la classe di studenti francesi ha partecipato alla costruzione di questo futuro. Con la freschezza della loro età, la voglia di dialogo e di mettersi in discussione, la promessa di continuare il percorso sui temi dell'antimafia.

La classe è stata ospite nel grazioso e confortevole Ostello “G. Laruffa”, uno dei tanti volti nuovi dell'edificio confiscato, che ha anche al suo interno un centro di aggregazione per giovani e bambini a rischio, e una clinica ambulatoriale di Emergency per cure gratuite a persone in stato di bisogno e indigenza, migranti e italiani. E proprio in questi ambienti, oltre che sui terreni confiscati, gli studenti e le insegnanti del Liceo di Lione hanno imparato il valore dell'engagement, della solidarietà, della memoria e dell'informazione. Nel corso della settimana, sono stati infatti attenti e commossi ascoltatori delle testimonianze di Matteo Luzza, familiare di vittima innocente di mafia, del giornalista sotto scorta Michele Albanese, di Don Pino Demasi, referente di Libera, e di Domenico Fazzari, presidente della Valle del Marro – Libera Terra.

Al link seguente si può leggere il diario dell'esperienza, simpaticamente scritto dagli stessi studenti:
http://www.liberainternational.eu/?p=1517